gli spazi nei quali intervenire e con un’urgenza, a cui quest’esercizio vuole dar voce, protraendo l’invito del Museo Fortezza a sondare una dimensione personale, sono quelli del quotidiano.

Essi sono scontati, meno stupefacenti, non tanto discussi come quelli espositivi, e proprio per questo vanno aperti, in altrettante fessure, crepe, brecce a demolire le nostre personali fortezze.

perché questo spazio emerga e possa farsi corpo e prima ancora testa un’ Ipertesta..

qui sotto l’ iNN/testo

invitandovi ad aggiungere un tassello, un nodo, i vostri particolarissimi esempi, (appunti aggiunte ma non al margine ma cuore del testo, testi a se) in una tessitura in divenire, senza plot e senza copyright, un luogo di incontro e condivisione, una fortezza che si fà luogo comune, di scambio, un’invito ad uscire dalle fortificazioni dell’individuale che non si sà relazionale, molteplice, mutevole.

(working on the English & German translation… do you want to help?)

Questo progetto nasce con l’invito a partecipare all’

8 marzo 2021 al Museum Franzenfeste Fortezza

come reazione all’isolamento, al troppo particolare, troppo personale, in una solitudine oggi ancora più estrema ed è un invito ad aprirsi al contatto, con le vostre parole, le vostre voci, altre esperienze.

Qui sotto una parte del testo dell’ intervento sotto forma di testo digitale aperto (grazie al formato opensource del framapad)

un iNN/tESTO collettivo

(iNN/tESTO nasce in un contesto bilingue italo/tedesco)

al quale reagire > nell’ aggiungere, commentare…ognuna con il PROPRIO colore

gli spazi nei quali intervenire e con un’urgenza, a cui quest’esercizio vuole dar voce, protraendo l’invito del Museo Fortezza a sondare una dimensione personale, sono quelli del quotidiano. Essi sono scontati, meno stupefacenti, non tanto discussi come quelli espositivi, e proprio per questo vanno aperti, in altrettante fessure, crepe, brecce che ne sondino materia.

A seguito in esteso il testo dell’intervento:

“Mi ritrovo per essere nata donna, ad incarnare quell’emisfero di realtà

che vive la maggioranza del proprio tempo e sentimento

in luoghi che non lo comprendono

ma anzi lo murano,

strutture anguste che abbiamo malgrado noi incorporato

Quelle che impongono la banalizzazione di un pensiero binario con la sua morsa a strozzare ogni altro linguaggio,

-“sei forte perche’ non sei debole…e sei gia’ meno meta’ di te stesso questo lo sai?

010110000000000010010000001111110000000000000 e puoi dire tutto quello che vuoi, non e’ straordinario?”-

a quelle di una linearita’ temporale in un COWNTDOWN implacabile in cui srotolare le nostre vite nere, migranti…

e qui la lista si allunga…

FOTOGRAMMI che ci vedono

accudire/consolare/sostenere/pulire

e mi raccomando sorridenti…

quando non deleghiamo questi compiti ad altre,

per entrare in altri fotogrammi

proiettati quelli si, pero’,come film di successo,

alle Abitudini,

quando sono ancora e maledettamente

regole, leggi

patriarcali che dominano ambienti familiari e lavorativi e spazi politici,

e qui un’ ampio spazio immenso

le quote rosa e violette della nostra assenza che non si recuperera’ in numeri,

cosi’ come le altrettanto anguste, taglienti strutture degli ambienti urbani nei quali ci muoviamo,

la meccanicizzazione ambientale alla quale il nostro corpo si allena a fatica,

rifiutandosi ancora,

qui esempi tanti

nel rispetto di un’ortogonalita’ che sembra unica condizione di movimento nello spazio, ai iii

“passa con il verde non col rosso

ma l’azzurro….

guai ad ignorare quell’incrocio

agli spazi modulari, pieni di angoli che sono I nostri appartamenti nei quali incastriamo altri moduli fiere del risultato identico all’identico

una lista di nomi di mobili IKEA?

Ma dov’e’ finita la curva?

E mi viene in mente Frank Gerhi che le ha prese tutte per se’ tante svettando in presenzialismo

un po’ come quei genitori con pupi al collo sui luoghi di lavoro, che diventano eroi…

come si chiamava quel calciatore che e’ sceso in campo con il figliolo al momento della vittoria? mi chiedo se debba apparire in questo testo

a queste strutture non fanno che aggiungersi potenziandosi nei cunicoli ed incastri

degli spazi digitali ai quali

ci allenano giocado, quelli che questo gioco lo giocano perche’ non ne conoscono altri,

ficcandoci dentro acquari variopinti, che son piu’ soffocanti dei di centri commerciali

e vai e compra e decora,

altrimenti buona e fai anche tu la guerra attillata in quei corpi smussati che si muovono un po’ gia’ come noi barcollanti, in piedi ma pur seduti, pero’ finalmente in 3D

e qui vorrei mettere un video di mio figlio che imita gli eroi di Fortnite…(si potrebbe lanciare un gioco a chi li imita meglio)

e il nostro compito e’ far tenere tutto insieme

il nostro Tetris della cura,

quello dei Natali tutti insieme e del pranzo con la cena…..

altra lista all’infinito > prego il link e’ gia’ predisposto

“si amore, gioca ancora un quarto d’ora a Meincraft

(perche’ Meinkraft e’ costruttivo, creativo, lo usano pure a scuola) e’ un po’ come il lego…

e poi piace anche a papa’ e cosi’ giocate un po’ insieme e io mi faccio una doccia?

…..da continuare dopo la doccia pero’

Seguono appunti quotidiani dai quali ripartirò per espandere il teso e serviranno da ulteriori note.

9.03.2021_ a Radio3 Tutta tutta la città‘ ne parla oggi lo sconcerto, la preoccupazione, e bellissimi interventi che si sono concentrati sul problema degli effetti del Covid e quindi il lockdown sui giovani e i bambini di cui la politica non sembra preoccuparsi abbastanza o meglio deleghi tutto alle famiglie..ma non e’ ovvio che le relazioni, (quelle che richiedono cura pensieri impegno quotidiano…, come i bambini e quindi la famiglia) non siano tematiche centrali per la politica?

>riascolta seconda parte e segna il nome di quella gionalista che ha scritto

e grazie a mia madre trovo questa notizia a ricordarmi quante artiste sono attive e prendono la parola, devo a Monica Bonvicini molto della presa di coscienza della violenza degli spazi

https://ilmanifesto.it/io-dico-io-le-artiste-italiane-prendono-la-parola/?fbclid=IwAR3BL7mwtZgWVQwfqQ7jizb2vdnDuOQFovLiydJFpOe0e8A2U5sF0U8wGA0

approfitto dello spazio dedicato a questo tema in questi giorni e colleziono informazioni e nomi di donne da seguire:

Rebecca Solnit https://www.internazionale.it/opinione/rebecca-solnit/2020/09/18/uomini-spiegano-donne?fbclid=IwAR2gdb8Zt-FQFJLEsQaIfRbuC547_-thu696hzf5E7gafIiiQcNGShFXhw8

questo Articolo degli Wu Ming non richiede parole, lo aggiungerei paro paro nel testo (una volta aggiunte parti sul colonialismo aggiungi link sul colonialismo italiano)